Cassa integrazione o esonero contributivo, qual è il male minore?

Partiamo dal precisare che l’esonero contributivo non è ancora materialmente operativo, né autorizzato dalla Commissione, tuttavia sarà applicabile a posteriori (per un periodo massimo di 4 mesi), mentre la cassa integrazione, soprattutto se con pagamento diretto Inps, ha il vantaggio di alleggerire immediatamente il costo del lavoro.

A differenza della cassa integrazione, l’esonero contributivo comporta il divieto assoluto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (art.14 D.L.104/2020), fatte salve le eccezioni già chiarite dalla norma (cessazione attività, fallimento, cambio appalto, accordo sindacale per esondo incentivato) fino al 31 dicembre 2020.

Tuttavia per poter utilizzare l’esonero, il DURC aziendale deve essere in regola: cioè l’azienda deve poter garantire la regolarità contributiva.