Diagnosi medica errata, quando chiedere un risarcimento

Diagnosi medica errata, quando chiedere un risarcimento

La responsabilità medica è una tematica molto delicata, in equilibrio tra la tutela della salute del paziente e il diritto del medico a svolgere il suo lavoro senza incappare in continue richieste di risarcimento.

Per questo le leggi Balducci e Gelli hanno limitato la responsabilità medica, e la conseguente possibilità di risarcimento, ai soli casi di mancato rispetto delle linee guida e delle buone pratiche clinico-assistenziali.

Si ha diritto ad un indennizzo solo in caso di danno effettivo documentabile, come la mancata guarigione o l’aggravamento della patologia.

Ma cosa succede se la diagnosi errata determina un prolungamento del tempo necessario alla guarigione?

Secondo una recente sentenza della Cassazione, ogni condotta colposa del medico che comporti un ritardo nel tempo necessario alla guarigione, anche se non produce un aggravamento della malattia, costituisce reato.

Nel ricorso in Cassazione si è valutato che il solo ritardo nella guarigione può essere equiparato alla malattia, sulla base di una interpretazione più moderna del concetto di malattia – più aderente alla nozione della scienza medica che non può limitarsi a ritenere rilevanti le sole alterazioni anatomiche.